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31 luglio 2025

Ecco tutti i segreti del vero spritz

Le origini e la ricetta originale. Viaggio nella patria dell'aperitivo, dove sorseggiare un bicchiere a fine giornata è un rito considerato sacro

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C'è un posto in Veneto dove al calar del sole succede qualcosa di unico. Siamo a Chioggia, dove al tramonto non c’è esemplare umano, dall’adolescente all’ultraottantenne, che rinunci all’aperitivo. Almeno questa è l’impressione che si ha passeggiando per il centro. È un momento irrinunciabile: quello delle chiacchiere con il bicchiere in mano, meglio se uno spritz. Facce allegre e lingue sciolte, sorseggiare un drink in compagnia seduti ai tavolini all’aperto è un rito socializzante per chiudere bene la giornata. A dimostrare che bere (con moderazione) fa bene allo spirito.

foto 1 e boxino

Siamo andati a curiosare dietro al banco per carpire il segreto del vero spritz e abbiamo scoperto che la ricetta è semplicissima, con poche varianti.

Spritz bianco: il “vecio”, a base di vino bianco fermo (due parti) e seltz (una parte).

Spritz Aperol: abbastanza leggero, dolce e aranciato, fatto con prosecco (tre parti) Aperol (due parti) e seltz (una parte).

Spritz Campari: più forte e amarognolo, con prosecco, Campari e seltz.

Spritz Select: il più aromatico e speziato, con prosecco, Select (un bitter veneziano) e seltz.

Tutti serviti con molto ghiaccio e una fettina d’arancia, al prezzo popolare di 2.50/3.00 euro nei bar più tradizionali.

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Il successo dell’aperitivo è nella sua storia, degno frutto della furbizia mercantile della patria di Arlecchino. Si dice che lo spritz sia nato nel 1.800 per accontentare il gusto degli occupanti austriaci, che trovavano i vini locali troppo pesanti. Per farglieli andar giù bisognava annacquarli. All’origine, dunque, la nuova bevanda, leggera e dissetante, era semplicemente vino allungato, un affare per i venditori, ma non ancora la bomba che avrebbe conquistato i bevitori di tutte le età e tutto il mondo.

Quella è arrivata il secolo dopo, nel dopoguerra, con la diffusione dei primi bitter nazionali. Colorati e aromatici, si accoppiavano perfettamente al “vecio”, migliorandone il gusto. È così che quell’idea iniziale di “spritzen”, spruzzare il vino con soda e poi con Aperol o Campari, ha dato vita all’aperitivo universale, mai tramontato e anzi, oggi più che mai sulla cresta dell’onda.

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Le zone migliori per gustare uno spritz a Chioggia?

Corso del Popolo, il “salotto” della città, con bar sia storici che moderni e tavolini all’aperto; Riva Vena Calle San Giacomo, più pittoresco, sui canali, meno turistico e altrettanto affollato, con prezzi popolari;

Sottomarina, la zona mare con bar e chioschi sulla spiaggia, scelti soprattutto dai turisti per la vista panoramica.

I bar più amati dai chioggiotti? Bar al Ponte, in centro, con prezzi popolari; Bar Calle San Giacomo, dall’atmosfera tradizionale della Chioggia vecchia; Osteria da Nicola, con i migliori cicchetti per accompagnare lo spritz; Il Mercante, per aperitivi più curati e un’atmosfera giovane.

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