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28 settembre 2025

Milano Fashion Week SS26: da Ermanno Scervino a Laura Biagiotti, il meglio del quinto giorno di sfilate

Dalla leggerezza mediterranea di Ermanno Scervino al jazz anni ’20 di Ferragamo, dalla naturalezza autentica di Luisa Spagnoli fino all’arte futurista di Laura Biagiotti: la quinta giornata di Milano Fashion Week PE26 racconta una moda ricca di identità e visioni

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La Milano Fashion Week prosegue con un quinto giorno che si conferma tra i più intensi ed emozionanti.

Quattro maison simbolo del Made in Italy hanno presentato le loro nuove collezioni Primavera Estate 2026, ognuna con una cifra stilistica ben distinta. Ermanno Scervino ha messo in scena un viaggio tra luce mediterranea e trasparenze, Ferragamo ha esplorato le atmosfere dei ruggenti anni ’20, Luisa Spagnoli ha riportato al centro l’eleganza naturale del corpo femminile, mentre Laura Biagiotti ha celebrato i 60 anni del marchio intrecciando moda e cultura in un dialogo con l’arte futurista di Giacomo Balla.

Un mosaico di linguaggi che sottolinea la vitalità di Milano come capitale internazionale della moda.

Scervino SS26
Ermanno Scervino SS26 Courtesy Press Office

Ermanno Scervino: trasparenze mediterranee e artigianato prezioso

La collezione Primavera Estate 2026 di Ermanno Scervino è un inno alla luce e al dinamismo. Tra turiste da cartolina di Anacapri ed esploratrici urbane, le donne immaginate dal brand vivono di trasparenze, ricami e texture che ricordano le maioliche mediterranee. Pizzi, uncinetti e cristalli si intrecciano con tessuti leggeri come lo chiffon, lavorato con antiche tecniche per trasformarsi in blazer o capi strutturati inediti.

Le nuances si muovono tra blu saturi, sabbia calda, arancio brillante e azzurri scoloriti dal sole, restituendo l’immagine di un Mediterraneo poetico e vibrante. Gli accessori non sono semplici completamenti ma veri protagonisti: borse in paglia intrecciata, rafia e pelle dialogano con calzature leggere che smorzano il rigore, come sandali ricamati, mocassini frangiati o zeppe in sughero.

Ho cercato di fare abiti che esaltassero la femminilità – spiega lo stilista – con l’umiltà di fare sempre qualcosa di nuovo. Bisogna che facciamo la moda, non che inseguiamo la moda”. Una filosofia che si traduce nel rispetto per la manualità e per l’artigianato: “Trattare i capi con lo stesso spirito dell’artigianalità, ma sempre in maniera diversa. Fare in modo che l’abito si riconosca senza che si veda il marchio”.

Da qui nasce anche la capacità di rendere elegante ciò che nasce sportivo, come dimostra un completo azzurro che sembra di jeans e invece è di chiffon, manifesto di quell’equilibrio tra tradizione e sperimentazione che caratterizza l’identità di Ermanno Scervino.

Ferragamo SS26
Ferragamo SS26 Courtesy Press Office

Ferragamo: un viaggio negli Anni ’20 tra jazz e nuove libertà

Maximilian Davis firma per Ferragamo una collezione che guarda agli Anni ’20, reinterpretando con modernità i codici che hanno segnato la nascita della maison.

L’ispirazione arriva da un archivio del 1925 e dal movimento “Africana”, con stampe animalier, frange e tessuti esotici trasformati in simboli di status. Abiti con vita bassa, sottovesti di pizzo e completi speakeasy raccontano la nuova emancipazione femminile, mentre il menswear si tinge di zoot suit e dandyismi espressivi.

“Fu un momento in cui le donne stavano creando una nuova femminilità: una celebrazione della libertà, una riappropriazione di sé – sottolinea Davis –. Un periodo in cui le persone si creavano spazi propri, ribellandosi alle norme e traducendo quello spirito anche nell’abbigliamento”. L’idea di libertà attraversa l’intera collezione, tra silhouette scivolate, abiti patchwork e dettagli grafici ispirati all’epoca del jazz.

Gli accessori dialogano con l’heritage della maison: la Hug Bag si rinnova in vernice, stampa coccodrillo e pelle intrecciata, mentre piume leggere e dettagli gioiello arricchiscono modelli iconici.

Le calzature diventano sculture: tacchi a esse, pump con catene Gancini, mule da boudoir con perline e sandali con fiocchi di raso disegnano un’estetica teatrale ma sofisticata.

Davis conferma così la sua capacità di intrecciare archivi e contemporaneità, restituendo un’immagine di Ferragamo audace, internazionale e fortemente radicata nella sua identità storica.

Luisa Spagnoli SS26
Luisa Spagnoli SS26 Courtesy Press Office

Luisa Spagnoli: la naturalezza come lusso autentico

Con la sua collezione PE26, Luisa Spagnoli celebra la femminilità attraverso la libertà del corpo e la forza della natura. Tra lino, cotone e seta che accarezzano la pelle come una brezza mediterranea, gli abiti nascono dalla vita e fluiscono in silhouette armoniche e impalpabili. La palette cromatica spazia dal corallo al limone, dal rosa al pervinca fino al cacao e al bronzo, con contrasti grafici in bianco e nero.

Elemento centrale è il punto vita, che torna protagonista come segno di femminilità contemporanea: “Il punto vita è segnato dalle nervature che accompagnano il corpo senza però costringerlo, ma anche da bustier in raffia messi sotto spolverini, tailleur o cinture in corda”, spiega Nicoletta Spagnoli. Una visione che dialoga con l’idea di equilibrio tra leggerezza e volume, per capi che esaltano il corpo senza limitarlo.

Uno show che non nasce come mero esercizio estetico, ma come proposta concreta per le donne: “La collezione deve essere una collezione portabile… non deve essere fine a se stessa, ma deve essere poi vera. Chi vede la collezione deve dire ‘lo voglio’”.

Sullo sfondo, il valore del made in Italy e la cura sartoriale emergono in ogni dettaglio: cuciture invisibili, petali intagliati sovrapposti, intrecci che diventano rose in maglia. Una maestria che si affianca agli accessori, come le borse, i sandali in pelle e le pochette in rafia.

Luisa Spagnoli ribadisce la filosofia del “naturalmente chic” come approccio di vita, oltre che come estetica.

Laura Biagiotti: l’arte futurista e il volo della “Futurfarfalla”

Lavinia Biagiotti Cigna porta in passerella una collezione che intreccia moda e cultura, intitolata The Art of Fashion. Ispirata alla “Futurfarfalla” di Giacomo Balla, simbolo di leggerezza e trasformazione, la collezione SS26 mette in dialogo abiti, maglieria e accessori con le arti visive e letterarie, richiamando persino il Barone Rampante di Italo Calvino.

C’è sempre bisogno di un nuovo abito che possa offrire una nuova prospettiva – racconta Lavinia Biagiotti Cigna –. Quello che cerco di suggerire prima a me stessa, e poi alle donne che si appassionano alle nostre creazioni, è di vestire il tempo con coraggio, passione e responsabilità”. Un invito a vivere la moda come trasformazione, capace di coniugare realtà e immaginazione.

Quest’anno la maison celebra i 60 anni dalla sua fondazione, un traguardo che rafforza il legame con le radici, ma al tempo stesso guarda al futuro con nuova energia. Il percorso in quello che Laura Biagiotti chiamava il “bosco dei vestiti”, che raccontano la storia del marchio, si riflette nelle creazioni PE26, che attualizzano il patrimonio della maison in chiave moderna.

Il legame con l’arte è dichiarato e potente: Laura Biagiotti, pioniera nel sostegno alla cultura, aveva fatto di questa sinergia un manifesto, oggi rinnovato dalla figlia Lavinia. L’effetto scenografico è rafforzato dall’ambientazione al Piccolo Teatro Grassi e dalla presenza della top model Pat Cleveland, che incarna l’ideale di eleganza senza tempo.

Gli accessori traducono la stessa visione in chiave pop: borse, occhiali metallici e sabot colorati completano un guardaroba che unisce immaginazione e quotidianità. Una collezione che è insieme sogno e realtà, metamorfosi e continuità.

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