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04 luglio 2025

Giornata internazionale del bikini: tra libertà e stile

Da scandalo a simbolo di emancipazione: il bikini è molto più di un capo da spiaggia

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A quasi 80 anni dalla sua nascita, il due pezzi più famoso del mondo continua ad abitare il nostro immaginario con forza e versatilità. Ma da dove viene questa piccola rivoluzione in tessuto? E perché continua, stagione dopo stagione, a dire così tanto su chi siamo - e su come vogliamo essere visti?

Una nascita esplosiva

La data è precisa: 5 luglio 1946. Il luogo è Parigi, la storica Piscine Molitor, e la protagonista è Micheline Bernardini, ballerina del Casino de Paris. Indossa per la prima volta il bikini creato da Louis Réard, ex ingegnere automobilistico diventato couturier, ispirato dalle abitudini delle donne sulle spiagge della Costa Azzurra, che arrotolavano i loro costumi per abbronzarsi di più.

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Micheline Bernardini, Piscine Molitor, Parigi. Credit Getty Images

Il nome? Bikini, proprio come l’atollo nell’Oceano Pacifico scelto dagli Stati Uniti per testare la bomba atomica. Un nome non casuale, per un capo che voleva — e riuscì — a “far esplodere” i codici della moda e della morale. Quel costume minuscolo, composto da quattro triangoli di stoffa stampata a mo’ di giornale, fu subito scandaloso. Il Vaticano lo definì "immorale", molti Paesi lo censurarono.

I bikini mitici del cinema

A consacrare il bikini come icona di stile fu il grande schermo. Negli Anni 50 e 60, il cinema lo porta sotto i riflettori grazie a dive senza tempo. Brigitte Bardot lo indossa in Manina, ragazza senza veli (1952) e Ursula Andress entra nella leggenda come prima Bond Girl con il bikini bianco di Agente 007- Licenza di uccidere (1962) con tanto di coltello alla cintura.

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Brigitte Bardot in Girl In The Bikini (1958) Credit Getty Images

Poi arrivano Sue Lyon in Lolita, Raquel Welch in Un milione di anni fa, Romy Schneider in La Piscine, Sophia Loren in Matrimonio all’italiana, e Sharon Tate in Piano, piano non t’agitare!.

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Sharon Tate in Piano, piano non t’agitare! (1967) Credit Getty Images

Anche nei primi anni 2000 il bikini è ovunque: Halle Berry in Die Another Day, Madonna in Swept Away, Angelina Jolie in Tomb Raider, e Rachel McAdams in Le pagine della nostra vita. Nel 2012, Spring Breakers lo rilancia in chiave provocatoria, mentre Barbie (2023) lo riporta con ironia pop tra gli accessori cult dell’infanzia - e della moda.

Foto 4 dida: Madonna in Swept Away (2001). Credit Getty Images

La rivoluzione degli anni ’80 e ’90

Negli Anni 80 e 90 il bikini diventa mainstream. I brand lo moltiplicano in versioni sempre più personalizzabili: a triangolo, a fascia, a vita alta, super sgambato. Il corpo femminile smette di essere solo oggetto di sguardo e comincia a essere protagonista consapevole: il bikini non è più per piacere, ma per piacersi. Anche le campagne pubblicitarie e le sfilate iniziano a raccontare una bellezza più libera, meno conforme.

Libri in costume: il bikini raccontato tra memoria e ironia

Nei pochi centimetri di stoffa di un bikini si nasconde un intero universo culturale - e anche letterario. A raccontarlo con stile c’è Scostumate di Paola Jacobbi, che ruota attorno alla figura di Marisa Padovan, pioniera del beachwear made in Italy. Tra bozzetti, boutique e confessioni “scostumate”, il libro celebra il bikini come simbolo di libertà, femminilità e trasformazione sociale. Dal 1967 in poi, Marisa non ha solo vestito attrici e principesse, ma ha accompagnato le donne nei cambiamenti del gusto, del corpo e del mondo.

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“Scostumate” di Paola Jacobbi

Più pop e psichedelico è invece Il bikini di Sylvia Plath di Giada Biaggi, romanzo che mescola filosofia femminista e cultura pop. La protagonista Eva è una giovane dottoranda. Il bikini del titolo? Una provocazione, un simbolo di emancipazione che si tinge di ironia e disincanto. Un romanzo tagliente e allucinato che ci ricorda che, anche nel caos digitale, il corpo (e la mente) delle donne restano un campo di battaglia e di autoaffermazione.

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“Il bikini di Sylvia Plath” di Giada Biaggi

Oggi il bikini: libertà, inclusività, stile personale

Nel 2025, il bikini si adatta, si reinventa, si moltiplica. Non ci sono più regole: solo libertà di scegliere. Le tendenze top? Il bikini con orlo a contrasto - coloratissimo e divertente -, il classico minimal a triangolo, i modelli con dettagli gioiello o drappeggiati a balconcino, per chi vuole eleganza con un twist rétro.

Il bikini oggi è soprattutto inclusivo: racconta tutti i corpi, tutte le identità. Il punto non è ricevere conferme dall’esterno, ma esprimersi.

E nessun capo lo fa meglio di lui.

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