I suoi sono messaggi diretti, proprio come quelli che ci si scambia sullo smartphone, ironici, schietti, spesso spiazzanti. Pietro Terzini, uno degli artisti più osservati del momento, arriva a Milano con la mostra Are you in love? No I’m in Milano - citazione di uno dei suoi direct messages - dal 19 settembre al 14 ottobre, all'Ambrosiana.
Nella sala del Foro Romano saranno esposte 11 opere inedite su carta, 6 neon e i 3 iconici specchi realizzati dall’artista con Cassina, tutti impressi con le frasi di Terzini. In contemporanea, per tutto il mese di ottobre, nella galleria Glauco Cavaciuti Arte in via Vincenzo Monti a Milano saranno esposti 60 pezzi dell'artista. “Qui i visitatori avranno l’opportunità di conoscere altre opere di Pietro Terzini, quelle più accessibili – ha spiegato il gallerista Glauco Cavaciuti in occasione dell’inaugurazione di Are you in love? No I’m in Milano - e di avere una panoramica su tutta la sua poetica. Una grande opportunità per conoscere l’artista nella sua pienezza”.
Al centro del lavoro di Terzini ci sono le parole che si fanno forma e che diventano opera d’arte: ognuno può leggerle e interpretarle come vuole. Accanto ai testi, ci sono anche elementi figurativi iconici, omaggi a Milano e all’Ambrosiana - la prima Biblioteca aperta al pubblico in Europa e il Museo più antico di Milano - tra cui la Canestra di Caravaggio e la Madonnina, in un dialogo profondo tra memoria e contemporaneità, tra iconografia classica e linguaggio culturale pop-contemporaneo. “Per l’arte è importante dialogare con un artista che rivisita il classico in chiave moderna – ha detto il segretario generale della Pinacoteca Antonello Grimaldi –. Dietro Terzini c’è una vasta profondità e le sue parole prendono forma nell’opera d’arte. Io non sono un curatore, perché l’arte moderna non ne ha bisogno. I veri curatori delle mostre sono gli artisti stessi, come Pietro”.
“Questa è la mia prima esposizione in un museo, il più antico di Milano - ha detto l’artista - una tappa che rappresenta un passaggio importante e inaspettato. Il tema della mostra è il giudizio, per cui ogni opera ha a fianco un neon che è il commento sarcastico all’opera stessa. Il mio è un omaggio alla città della moda”. Classe 1990, architetto, Terzini nasce a Lodi ma si trasferisce presto a Milano, dove inizia a lavorare tra e-commerce, shooting e comunicazione. La capitale della moda lo accoglie e il mondo del fashion diventa per lui un’importante fonte di ispirazione. Nascono le prime opere, fatte con gli scarti del packaging dei regali, e poi con i sacchetti dei brand di lusso trasformati in superfici artistiche. Le sue opere sono fatte di direct messages postati sui suoi social oppure messaggi scritti a mano con la sua grafia "storta", commissionate negli anni a Terzini dalle più importanti label, come Tiffany, Stella McCartney, Moncler e Palm Angels.
Terzini va ora in mostra in uno spazio prestigioso come l’Ambrosiana, ma rimane figlio dei social network, da dove è partito per veicolare la sua arte come fossero la sua persola galleria espositiva. Qui ha declinato sentimenti vecchi come il mondo - invidia, amore, ambizione - in chiave contemporanea, attraverso le sue frasi dirette, ironiche e provocatorie, invitando gli utenti a interrogarsi su quanto peso abbia l’opinione altrui nella costruzione della propria identità e a rivendicare la libertà di essere sé stessi.
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