Mostre, moda e design: a settembre Londra mette il turbo.
Tra passerelle glamour e installazioni monumentali, la capitale inglese corre su più binari, trasformandosi in un crocevia di creatività globale.
Dal London Design Festival (13–21 settembre 2025), che ridisegna la città in dieci distretti, alla London Fashion Week (18–22 settembre), fino alle grandi mostre del V&A e del Design Museum, ogni giorno diventa un invito a scoprire nuovi linguaggi.
Londra non si accontenta di celebrare il presente: lo reinventa, spingendo sull’acceleratore tra memoria e futuro. Il London Design Festival resta il cuore per i design addicted, con dieci quartieri che raccontano anime diverse della città.
A Shoreditch, la tre giorni Design London concentra sperimentazione e innovazione, mentre a Park Royal le ex aree industriali diventano laboratorio per i designer più radicali. A Mayfair e Brompton, invece, il design assume tratti più raffinati, tra gallerie, installazioni e collezioni da scoprire con calma.
Il Victoria & Albert Museum è il fulcro più istituzionale: otto installazioni che intrecciano arte, tecnologia e materia. Dall’AI poetica di (S)Low Tech AI di Studio Above & Below agli abiti-scultura di Ryunosuke Okazaki, fino al padiglione di Roo Dhissou che reinventa le architetture in fango del Punjab. Nel John Madejski Garden, Alicja Patanowska firma The Ripple Effect: ceramica e acqua dialogano con il cielo londinese, in un gioco di riflessi ipnotico.
Fuori dal museo, la città diventa palcoscenico.
A Trafalgar Square, Paul Cocksedge installa What Nelson Sees: cannocchiali giganti che mostrano Londra tra passato e futuro, con lo sguardo sospeso dall’alto della colonna dell’ammiraglio.
Sul Tamigi, davanti alla Royal Festival Hall, Lee Broom firma Beacon, un chandelier capovolto in vetro riciclato che danza con la luce fino a febbraio, prima di trasformarsi in una serie di lampade da tavolo in edizione limitata. Tra le mostre da non perdere, il Design Museum racconta la scena new romantic con Blitz: the club that shaped the 80s, viaggio nel club che ha segnato musica e costume britannico.
Al V&A prende vita Polish Posters Now!, un’immersione nell’immaginario grafico polacco, potente e ironico. A Brompton, Alex Tieghi-Walker cura A Softer World, mentre Charlotte Taylor con Soft Worlds, Sharp Edges trasforma una camera da letto in installazione, evocando la ritualità degli oggetti quotidiani. Non mancano le piattaforme dedicate ai materiali: Material Matters occupa la Space House tra Holborn e Covent Garden, con oltre quaranta designer che guardano al futuro delle sostanze che plasmeranno le nostre vite. A Marylebone, la Grymsdyke Farm apre la London House con oggetti nati da frammenti e materiali di recupero, trasformati in esperimenti poetici.
E poi ci sono i premi, le “medaglie” che Londra assegna ogni anno: l’oro a Michael Anastassiades, maestro della luce; la nera a Norman Foster, celebrato a novant’anni come voce ancora proiettata nel futuro; il riconoscimento per i giovani a Rio Kobayashi; e quello per l’innovazione a Sinéad Burke, che ricorda come il design debba includere tutti. Moda, design, mostre: a Londra tutto si intreccia, in un settembre che corre veloce. Un vero paradiso per chi ha il fiuto per la creatività ed è pronto a inseguire idee prima che svaniscano.
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