Arriva dall’estremo Oriente la bevanda alcol-free che sta conquistando food e travel blogger, che armati di barattoloni di vetro raccontano sui social come prepararla (sì, si può fare anche a casa). Già in voga negli Stati Uniti e in Australia, ora sta facendo capolino anche in Italia, dove viene prodotta artigianalmente da alcune piccole realtà, che sperimentano progetti fermentati in bottiglia e in lattina.
Si chiama Kombucha, ha misteriose origini antiche: nata intorno al 200 a.C. e ben presto soprannominata tè dell'immortalità, leggenda narra che sia stata proposta da un medico coreano chiamato Kombu all'imperatore giapponese Ingyō, per dargli energia e alleggerire il suo intestino.
Da qui il nome di “Kombu-cha”, dal cinese “cha”, che significa “tè”, in suo onore. Si racconta poi che nei secoli il suo consumo sia stato comune durante le guerre, per aiutare i soldati cinesi, russi, giapponesi e coreani ad affrontare le difficili condizioni di vita e dare loro forza durante le battaglie.
Ma che cos'è la Kombucha? C'è chi la descrive come un tè freddo con le bollicine, ma - attenzione - naturali, grazie al processo di fermentazione di due/tre settimane. Gli ingredienti sono: acqua, tè, zucchero, e - udite udite! - lo SCOBY (Symbiotic colony of bacteria and yeast) una coltura di batteri e lieviti che ha le sembianze di un grosso disco scivoloso - e che si compra anche online - da immergere nel tè per dare inizio alla lievitazione, per trasformarlo in un tonico dal sapore agrodolce. Poi ci sono le aggiunte per realizzare mille varianti: erbe distillate, zenzero, pepe nero, ribes nero e barbabietola.
Sono molti a insistere sui benefici per la salute di questa bevanda fermentata, che in effetti può essere una alternativa artigianale a quelle industriali e zuccherate. La Kombucha è una “good-for-you beverage” che si può bere in mille modi: fredda con ghiaccio, calda a colazione, ma anche abbinata a vodka e gin per freschi cocktail estivi o addirittura al mosto, la nuova tendenza chiamata Komb(w)ine.
Insomma, per avere una bevanda buona e che contribuisca anche al benessere, togliere l’alcol non basta.
Perché noi siamo quello che mangiamo, ma anche ciò che beviamo.
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