David di Donatello, Ornella Muti e le altre ragazze del premio
Il 7 maggio David Speciale alla Carriera per la Muti. Accanto a lei tante nuove rivelazioni come Celeste Dalla Porta e Tecla Insolia
Il prossimo 7 maggio, in occasione della 70ª edizione, sarà Ornella Muti a ricevere il David Speciale alla carriera. Un riconoscimento che rende omaggio a una diva capace di attraversare, con naturalezza e intensità, decenni di storia del cinema italiano: dagli esordi con Damiani e Monicelli, ai ruoli memorabili firmati da Ferreri, Rosi, Scola, Maselli e Virzì.
Attrice amatissima, figura iconica, ma soprattutto interprete versatile, Muti ha sempre incarnato una femminilità libera da cliché, capace di accogliere ironia, sensualità, malinconia.

Accanto a lei, però, si staglia una nuova generazione di protagoniste. Giovani registe, attrici, autrici che raccontano — in modo nuovo — il corpo, la crescita, l’identità. Donne che non aspettano di essere invitate a occupare lo spazio: lo conquistano, semplicemente. Come ha dichiarato Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano, questa edizione sembra voler raccontare, più che mai, “l’arte di crescere”.
Le registe e le loro storie
Tra i cinque candidati al David per la miglior regia, ben tre sono donne: Francesca Comencini (Il tempo che ci vuole), Valeria Golino (L’arte della gioia) e Maura Delpero (Vermiglio- che cerca il riscatto dall’esclusione agli Oscar). Una tripletta che dovrebbe essere la norma, e invece continua a suonare straordinaria.

Ma la vera rivoluzione è nei racconti che portano sullo schermo: narrazioni che esplorano la formazione, la ricerca del desiderio, il confronto con i limiti imposti dalla società. Non semplici “storie di donne”, ma storie che mettono a fuoco una diversa postura del mondo, uno sguardo nuovo sulla realtà.

Le attrici: nuovi volti, vere rivelazioni
Tra le candidate al premio come miglior attrice protagonista, spicca una generazione di interpreti quasi tutte alla prima, grande prova cinematografica. Volti nuovi, rivelazioni assolute, che sorprendono per intensità, consapevolezza e libertà espressiva:
Barbara Ronchi (Familia), che conferma il suo talento

Romana Maggiora Vergano (Il tempo che ci vuole), che si era fatta notare anche in C’è ancora un domani di Paola Cortellesi
Celeste Dalla Porta (Parthenope), al suo esordio con un grande autore come Sorrentino
Martina Scrinzi (Vermiglio), che viene dal mondo del teatrodanza
Tecla Insolia (L’arte della gioia), in corsa anche come non protagonista per Familia.
Sono attrici che stanno riscrivendo il modo di raccontare il femminile sullo schermo. Portano in scena personaggi contraddittori, fragili, determinati — ragazze e donne che non hanno paura di mostrarsi imperfette.
Tecla Insolia, tra le più giovani, rappresenta un vero caso: capace di attraversare cinema, musica e televisione, è il volto di un talento fresco e che rompe stereotipi sulla "femminilità".

L’arte di crescere
“L’arte di crescere” è il claim perfetto per questa edizione. Nei film più candidati, Parthenope, L’arte della gioia, Gloria! (di Margherita Vicario, altra ragazza del cinema italiano, candidata a Miglior esordio), Familia, Il tempo che ci vuole — emergono storie di madri e figlie, padri assenti, adolescenti ribelli, adulti in costruzione.
Il cinema racconta l’età dell’incertezza, l’identità che si plasma, il diritto a essere complessi. Si guarda alla crescita non solo anagrafica, ma anche politica, sociale, emotiva. Ed è proprio questo sguardo, spesso femminile, a dare forza alle narrazioni.
Le sorprese: Geppi Cucciari
Tra le sorprese più interessanti, la candidatura di Geppi Cucciari come miglior attrice non protagonista per Diamanti. Un ruolo lontano dalla sua cifra comica abituale, che rivela nuove sfumature del suo talento.

Nella stessa categoria: Valeria Bruni Tedeschi e Jasmine Trinca (L’arte della gioia), Tecla Insolia (Familia), Luisa Ranieri (Parthenope).
Un David sempre più fluido
La candidatura di L’arte della gioia nella categoria Miglior Film — pur essendo una serie — riflette un sistema in piena trasformazione, dove i confini tra cinema e serialità si fanno sempre più porosi. Il David non si chiude a queste evoluzioni: le accoglie e le valorizza.
Lo stesso spirito si ritrova nella categoria musicale, dove spicca la doppia candidatura di Thom Yorke, leader dei Radiohead, per Confidenza: sia per le musiche, sia per la canzone originale Knife Edge.
Le ragazze del David raccontano il futuro
Le ragazze del David non sono solo attrici. Sono registe, sceneggiatrici, direttrici di casting, professioniste sempre più protagoniste della settima arte che portano sullo schermo storie di emancipazione, desiderio, conflitto, cambiamento.

Accanto a una leggenda come Ornella Muti, simbolo eterno di grazia e intensità, si muove un’intera generazione pronta a raccogliere il testimone.
Che non si limita a sognare il futuro: lo sta già scrivendo.
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