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Maternità
16 gennaio 2025

Romina Carrisi parla della maternità: “Ti eleva al divino, ma non dormi e stai sempre a pulire"

Romina Carrisi parla in un'intervista della sua vita da mamma e rivela: "Nel 2020 mi hanno diagnosticato la depressione, prendo farmaci, ho provato a smettere, ma purtroppo non è possibile. Axel e Stefano hanno portato pace anche li, dentro di me"

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romina_carrisi
Instagram: @romina_carrisi

"Che sensazione si prova ad essere mamma? Strana. Ti esplode dentro un amore che non hai mai provato, nemmeno per un genitore o un fratello o un fidanzato. Allo stesso tempo scopri un lato di te che esisteva di già. Ti eleva al divino e ti fa piombare nel prosaico, nel terrestre: non dormi, ti sembra che la terra tremi, stai sempre a pulire": Romina Carrisi parla in un'intervista a Oggi della sua vita da mamma. Proprio di recente, Romina aveva condiviso uno scatto della sua "straordinaria normalità" in cui era intenta a sistemare la casa e a occuparsi del figlio, nato a gennaio 2024 dalla relazione con Stefano Rastelli.

Riguardo al particolare nome scelto per il figlio Axel Lupo, Romina Carrisi spiega: "Mi piace il suono, che è lo stesso in tutte le lingue: non c'è mai una pronuncia 'sbagliata'. In America mi chiamavano Rouina, Romna... Era una storpiatura continua. Ma soprattutto adoro il significato: Axel vuol dire 'portatore di pace'. Infatti - come rivela Romina - il piccolo Axel ha saputo portare pace nella sua famiglia: "Mia madre (Romina Power) e mio padre (Albano Carrisi) sono più distesi, tra loro e con me. Sono tornati ragazzini, ci giocano, vogliono vederlo sempre: se potessero, si trasferirebbero qui".

Al momento Romina Carrisi non pensa di far battezzare il figlio: "In questo ho seguito mia sorella Cristel, mia nonna Yolanda ci avrebbe crocefisso. Non è nei piani, il battesimo". Nel corso dell'intervista, Romina Carrisi rivela anche di soffrire di depressione e che il figlio ha saputo portare nella sua vita una ventata di serenità: "Nel 2020 mi hanno diagnosticato la depressione. Ci convivi, ma almeno lo sai che questo modo di percepire il mondo, questa ipersensibilità, è una malattia che è nata con te. Ho momenti in cui alzarmi dal letto è come scalare il K2, prendo farmaci, ho provato a smettere, ma purtroppo non è possibile. Axel e Stefano hanno portato pace anche lì, dentro di me".

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