Caso Aurora Tila, parla la sorella: "Uccisa da quel mostro. Ho capito subito fosse stato lui"
In onda venerdì 1 novembre a Quarto Grado l'intervista a Viktoria, sorella di Aurora Tila, la 13enne precipitata dal settimo piano
Nel corso della puntata di Quarto Grado - in onda questa sera, venerdì 1 novembre, su Retequattro – verrà mandata in onda un’intervista a Viktoria Tila, la sorella di Aurora Tila, la 13enne precipitata dal settimo piano della palazzina dove abitava, a Piacenza, lo scorso 25 ottobre. Gli inquirenti hanno fermato l’ex fidanzato 15enne, con l’accusa di omicidio. Di seguito, l’intervista: "Aurora era una piccola principessa e infatti questo è il nome che le ho dato per la bella addormentata: era bionda con gli occhi chiari e aveva un bel portamento. Era elegante nel suo piccolo, cercava di essere un donnino. Le piaceva essere la tipica brava ragazza. Aurora era brillante, avrebbe voluto tanto fare la psicologa per aiutare le persone come quel mostro. Aveva un cuore così d’oro che pensava fosse solo una persona con tanti roblemi. E voleva aiutare le persone così". Cosa hai pensato quando hai saputo quello che era successo? "Ho capito subito che non era stata lei, che non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mi sorella è sempre stata piena di vita, ha sempre avuto un grandissimo rispetto per la vita e non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Quindi, fin dal primo momento, ho capito che era stato per forza lui (l’ex fidanzato, ndr) perché lui era ossessivo nei suoi confronti. Aveva dei comportamenti strani nei confronti di mia sorella, sempre più strani che con il passare del tempo sono peggiorati. Sapevo che era stato lui, me lo continuavo a ripetere e continuo a pensare al perché non l’abbia salvata, perché non ero lì con lei». Cosa hai pensato quando l’hai conosciuto? "Dal primo istante ho capito subito che era un bulletto di periferia, un galletto che si sentiva molto superbo, uno di quelli che se la credono. Lei lo giustificava perché lui si auto piangeva addosso, diceva di avere tanti problemi in famiglia e che lui non lo faceva apposta a essere così ma in realtà sapeva perfettamente quello che stava facendo. Il primo giorno che l’ho viso dal vivo ho capito che aveva qualche problema, che c’era qualcosa che non andava. Non ad arrivare fino a questo punto ma qualcosa non andava. Era un ragazzo che andava in giro a cercare di picchiare tutti, a cercare di impaurire tutti: non lasciava che nessuno si avvicinasse né ad Aurora né a lui". Quando ti hanno detto quello che era successo? "La mattina dopo, alle 11.30. Mi ha chiamato mia mamma piangendo e urlando e dicendo che l’avevano uccisa. E appena me l’ha detto nella mia testa è esploso il nome di lui. Subito".