Martina Carbonaro uccisa ad Afragola, lo zio Giuseppe: "L'amore non è possesso"
A Pomeriggio Cinque parlano lo zio e l’amica di Martina Carbonaro: "Una ferocia inaudita"
Più di mille persone avrebbero partecipato ai funerali celebrati dal vescovo di Napoli di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni che sarebbe stata uccisa a Frattamaggiore dal suo ex fidanzato, Alessio Tucci. A parlare, durante Pomeriggio Cinque, sono stati lo zio Giuseppe e l’amica Erika.
Durante l’intervista, Giuseppe, zio di Martina, dichiara: "Purtroppo mia nipote è stata vittima di una violenza, bisogna dirlo senza ambiguità, tribale. Quando gli ha dato il primo colpo mia nipote era in ginocchio e lui non ha avuto alcuna pietà. È proprio un’esecuzione. Credo che non c'è alcuna giustificazione".
E aggiunge: "Noi dobbiamo portare avanti il messaggio del no, la cultura del no. Perché l'amore non è possesso, l'amore non è controllo. Quello non era amore".
Erika, l'amica di Martina, la ricorda così: "Martina era una ragazza molto solare. Molto timida, più che altro, però ogni volta che ci vedevamo lei era sempre lì a darmi un abbraccio, sempre lì a chiedermi come stavo. L'unica cosa che posso dire è che Martina alla fine non ha chiesto aiuto".

Poi l’appello: "Noi non dobbiamo stare zitte, soprattutto dopo la morte di Martina sono avvenuti altri due femminicidi. Questo contesto ci deve far capire che abbiamo il diritto di parola, il diritto di esprimere la nostra voce. Questi fatti non devono accadere più".
Lo zio Giuseppe parla anche di Alessio Tucci: "Siamo stati vittima non solo un efferato omicidio, ma anche una recita, una recita assurda all’inverosimile".
Secondo i medici legali, Martina sarebbe stata colpita più volte alla testa con una pietra. Almeno un colpo sarebbe arrivato mentre la ragazza era in ginocchio. Questo potrebbe aggravare l’imputazione con l’aggiunta della crudeltà all’omicidio volontario. Sulle richieste di perdono da parte della famiglia del ragazzo, lo zio replica: "Il papà di Alessio dice: Scusateci. Ma che scusa? Perdona Dio. Ma noi esseri umani, come facciamo a perdonare una cosa del genere dopo aver saputo anche dall'autopsia tutti questi particolari".