Ricercatore italiano morto in Colombia, lo zio: "Credo sia una ritorsione di un gruppo verso il governo"
A Pomeriggio Cinque le parole del parente di Alessandro Coatti, il biologo molecolare 42enne ritrovato morto e smembrato in una valigia a Santa Marta
"La più brava persona del mondo, e non lo dico perché era mio nipote". Sono le parole con cui Giovanni Coatti ricorda a Pomeriggio Cinque il nipote Alessandro Coatti, biologo molecolare 42enne ritrovato morto e smembrato in una valigia domenica 6 aprile a Santa Marta, in Colombia. "Voleva fare il missionario e il volontario là. Gli ho solo detto di stare attento, ma lui era sicuro di sé", sono le parole del parente, che torna sulla scelta di Alessandro di lasciare i progetti lavorativi intrapresi a Londra e intraprendere una nuova esperienza in Sud America . Di fronte alle circostanze misteriose in cui ancora ruota la morte del ricercatore, lo zio avanza l'ipotesi che Alessandro sia capitato "nel posto sbagliato al momento sbagliato": "Credo sia una ritorsione di un gruppo verso il governo e per ricattarlo si siano rifatti sui turisti. Infatti, ci sono già stati tredici morti e il rituale sul corpo è sempre quello, lo stesso".
